Francesco Macciò: Abitare l’attesa | Reading con accompagnamento di strumenti etnici: kalimba, ocean drum, bodhràn, chalumeau
La poesia di Macciò è particolarmente interessante e originale nel panorama letterario italiano, non ravvicinabile facilmente ad alcuna corrente letteraria diffusa, ma capace di stagliarsi al suo interno, sia per acutezza di visione, sia per precisione linguistica, e finire così per chiedere a noi lettori un vero ascolto, in quanto questa poesia sa svelare il degrado, ma senza alcun gusto dell’orrido, né alcuna resa al minimalismo, e sa anche dirci che dietro e dentro le cose c’è “qualcosa” che pare perduto tra le pieghe della vita quotidiana, ma che pure perduto non è e va evocato, nominato, ricordato in poesia. (dalla Prefazione di Gabriela Fantato)
La voce del poeta emerge netta a descrivere lo scacco personale, la delusione storica, la vibrazione dell’anima. C’è un’ombra austera dietro questi versi classici e scolpiti, che ricordano la scontrosa eloquenza di una poesia ligure di caproniana memoria, ma anche la dolcezza sottile e ritmata di certe visioni alla Biamonti…
Macciò vuole, nella pronuncia della voce, dell’incisione dei versi sul foglio, essere testimone. Vuole “esserci”, sulla soglia del dire, come poeta di rovine da custodire, da ricordare. (“Sempre a pieghe la memoria, / in un travaso di voci parete / tutta a spacchi e crepe”). Il poeta non cerca una conversazione sottotono con gli uomini e le cose, ma un parlare austero e nobile, composto di versi che resteranno impressi nella memoria, come sigilli nella cera del foglio… cerca un suo largo intimo e maestoso, una intensa, penetrante pienezza ritmica, e questa pienezza è sempre un atto etico, che costruisce decostruendo, un atto che dà sostanza ai buchi delle cose, al vuoto dell’essere.
(da Una via di inappartenenza di Marco Ercolani)
Francesco Macciò vive a Genova dove insegna italiano e latino al liceo “Sandro Pertini”. Scrittore, saggista, ha pubblicato i seguenti libri di poesie: Abitare l’attesa, Milano, La Vita Felice, 2011; L’ombra che intorno riunisce le cose, Lecce, Manni, 2008 e Sotto notti altissime di stelle, con un saggio introduttivo di Luigi Surdich, La Spezia, Agorà, 2003.
Con l’eteronimo di Giacomo di Witzell, ha pubblicato il romanzo Come dentro la notte, Lecce, Manni, 2006, di cui hanno scritto:
un bellissimo libro, coinvolgente, alto, misterioso, intriso di una idea forte, problematica e nobile di letteratura” (Giuseppe Conte); “il notevolissimo merito di Come dentro la notte è la reinvenzione del genere narrativo, tanto usurato soprattutto negli ultimi tempi
(Giorgio Bárberi Squarotti).
Un suo racconto intitolato Trieste, notte è apparso ne “il Giornale”, 7 novembre 2004, nella rassegna L’Italia raccontata dagli scrittori.
Ha curato il libro di studi su Giorgio Caproni Queste nostre zone montane, con una introduzione di Giovanni Giudici, Genova, 1995.
È presente in raccolte antologiche, tra le quali Altramarea, a cura di A. Tonelli, Udine, Campanotto, 2006; Voci di Liguria, a cura di R. Bertoni e R. Bugliani, Lecce, Manni, 2007; Nottetempo – una antologia, Milano, Edizioni di Latta, 2007; I poeti del LericiPea, Novara, Interlinea, 2006; Poesia come cosa viva, a cura di A. Tonelli, Milano, Arcipelago, 2009; Le avventure della Bellezza, a cura di T. Kemeny, Milano, Arcipelago, 2009; Chi ha paura della Bellezza?, a cura di T. Kemeny, Milano, Arcipelago, 2010; La giusta collera, a cura di G. Lucini, Sondrio, CFR Edizioni, 2011; L’Italia unita nella Bellezza, a cura di T. Kemeny, Milano, Arcipelago, 2011.
Tra i saggi: Abendempfindung, in Per Giorgio Caproni, a cura di G. Devoto e S. Verdino, Genova, San Marco dei Giustiniani, 1997; La terra e la morte in Cesare Pavese, in La Mosca di Milano, 19 dicembre 2008; in Taberna quando sumus (una traduzione; tra i testi, una lettura), in Silvae di latina didaxis, anno II, n. 4, settembre-dicembre 2001; Cinque Odi di Orazio e una nota di traduzione, in Silvae di latina didaxis, anno VIII, n. 20, gennaio-aprile 2007. Una sua traduzione di Song, di Christina Rossetti, è in Traduzione tradizione, quaderno internazionale di traduzione poetica, Milano, Nuove scritture, 2007.
Suoi testi poetici sono apparsi in riviste letterarie in Germania e negli USA.
Un ampio resoconto di tutta la sua attività poetica, corredato da testi e da una significativa antologia critica, è on-line in LETTERA IN VERSI, a cura di Rosa Elisa Giangoia, n. 31, settembre 2009.