
Il 10 aprile alle ore 11.00 nella Sala Rossa di Villa Serena Ospedale San Gerardo di Monza la conferenza stampa della II edizione di Medicina e Filosofia
La Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza, in collaborazione con La Casa della Poesia di Monza, nel favorire l’Umanizzazione delle cure, propone la seconda edizione di Medicina e Filosofia, un ciclo di incontri a cadenza mensile presso l’auditorium Pogliani dell’ospedale: filosofi in dialogo con medici e professionisti esperti della salute mentale e della relazione. La tecnologia ha cambiato radicalmente le modalità di comunicazione con i pazienti, sempre più brevi e spesso a distanza. La richiesta costante di efficienza e produttività ci pone di fronte ad un senso crescente di inadeguatezza e ci porta a dimenticare la centralità della relazione anche nel rapporto di cura. La riscoperta del legame tra medicina e filosofia, presente sin dalle origini della professione, può fornire un aiuto concreto in un mondo sempre più veloce e alienante.
Il tema di quest’anno: Medicina e filosofia, in dialogo. Gli incontri sono coordinati da Milena Provenzi – medico psichiatra, coordinatore del Day Hospital di Psichiatria dell’Ospedale San Gerardo e Antonetta Carrabs – scrittrice, poeta, giornalista, presidente de La Casa della Poesia di Monza. L’iniziativa è patrocinata da: Comune di Monza e Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Monza e Brianza e Fondazione della Comunità di Monza e Brianza onlus. Ha ottenuto il riconoscimento dei crediti formativi dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Monza e Brianza.
In una società in continua trasformazione i medici si trovano ad affrontare costantemente nuove criticità e nuove sfide – spiega la dott.ssa Provenzi -. La tecnologia ha cambiato radicalmente le modalità di comunicazione con i pazienti, puntiformi, sempre più brevi e spesso da remoto. La pandemia, tuttavia, ha evidenziato con grande chiarezza il ruolo centrale che ancora riveste la relazione umana, troppo spesso trascurata o sottovalutata nella sua dimensione empatica. La richiesta costante di efficienza e produttività pone la collettività professionale di fronte ad un senso crescente di inadeguatezza e non di rado porta a dimenticare la centralità della relazione anche nel rapporto di cura. La riscoperta del legame tra medicina e filosofia, anche se spesso presente sottotraccia sin dalle origini della professione, può fornire un aiuto concreto in un mondo dove l’accelerazione e la fugacità dei contenuti rischiano di alimentare l’alienazione”.
“Il contributo di filosofi, professionisti della salute mentale e della relazione – afferma Antonetta Carrabs – darà l’opportunità per promuovere una diversa accezione del contesto ospedaliero. Tale proposta non si rivolge al solo personale dell’ospedale ma vuole creare un progressivo avvicinamento della popolazione ad una realtà solitamente vissuta con connotati negativi, quale è il contesto della sofferenza. Sarà anche l’occasione per affrontare le nuove modalità di relazione che i cambiamenti tecnologici e societari ci impongono, analizzando le criticità e le peculiarità della relazione medico-paziente, mutate a seguito della pandemia da SARS-CoV-2 con nuovi spunti di riflessione per prepararsi alle sfide del futuro.”
Medicina e Filosofia: in dialogo
Auditorium Pogliani, Ospedale San Gerardo di Monza, dal 23 aprile al 7 novembre, con cadenza mensile, dalle 16.00 alle 19.00.
Il ciclo di eventi di Medicina e Filosofia ha in programma un incontro con gli studenti sul tema: “EMOZIONI FRAGILI L’universo degli adolescenti” programmato per il 10 ottobre 2025 a teatro. Leonardo Mendolicchio, medico, psichiatra, psicoanalista, saggista, esperto nei disturbi del comportamento alimentare, incontrerà i giovani studenti monzesi per una riflessione sulla complessità delle esperienze adolescenziali e le sfide psicologiche che sono costretti ad affrontare. Sarà l’occasione per riflettere sulle loro fragilità, offrendo un supporto concreto nell’identificazione delle strategie per il loro benessere. Il medico psichiatra si soffermerà sul valore delle relazioni e sull’amore che definisce un sintomo, un meccanismo che non protegge dal dolore ma che ci interroga, smontando stereotipi e cliché, come l’idea che l’altro ci completi e che la condizione necessaria per donarsi veramente sia quella di amare prima se stessi. L’amore è un mistero, secondo lo psichiatra, costringe ad andare oltre e al tempo stesso guardarsi dentro con pazienza e curiosità, prendere atto del proprio versante irrazionale. L’amore tende quasi al sacro, venendo a patti con contraddizioni, vulnerabilità e fantasmi, abita le zone d’ombra, richiede di maneggiare il simbolo e il mito più che la misurazione, avvicinandoci a quella che è la lezione più importante: come recuperare nell’amore la dimensione del mistero.
Il dono della voce
Un progetto innovativo, in cui la Fondazione IRCCS San Gerardo si pone come antesignano di un nuovo accesso alla lettura, tramite un QR code che raggiunga tutti i pazienti. Al momento dell’apertura della cartella clinica, di degenza o di Day Hospital, ai pazienti verrà consegnata una cartolina recante un QR code. Tramite la scansione, e usufruendo del Wi- Fi dell’ospedale, i pazienti – con il loro dispositivo mobile – potranno ascoltare letture che li accompagnino durante il tempo della cura. “Nell’ambito della degenza ospedaliera – sottolinea il Presidente della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori Claudio Cogliati – è necessario ricordare come i pazienti vivano questa esperienza come un avvenimento straordinario, che può avvenire in modo inatteso o prestabilito. Inevitabilmente ne conseguono vissuti psicologici, legati sia alla motivazione che all’accettazione del ricovero, che inevitabilmente sottopongono il paziente a contingenze restrittive, in termini di solitudine e sovvertimento della quotidianità. L’ambiente fisico dell’ospedale, di per sé, può essere fonte di disagio, a cui si aggiunge lontananza dalla famiglia e dagli affetti, abbandono delle vecchie abitudini, necessità di adeguarsi all’organizzazione e agli orari dell’ospedale, rumori, limitazioni dello spazio personale ed infine perdita della propria intimità”.