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1° Concorso Poetico Nazionale Isabella Morra 2011 | Poesie premiate

Pubblicato da La Casa della Poesia di Monza - 10/03/2011

1° Concorso Poetico Isabella Morra il mio mal superbo

20 marzo 2011 | ore 11,00 | Sala Maddalena, Monza
Premiazione delle poesie vincitrici

Grande successo per la prima edizione del concorso poetico nazionale con centinaia di poesie pervenute da tutta Italia. Alta qualità dei testi.

Le poesie:

Prima classificata | vincitrice della Prima Edizione
Concorso Poetico Nazionale Isabella Morra il mio mal superbo

Motivazione della giuria
Colpisce la delicatezza delle immagini, lo stupore infantile e l’arditezza delle metafore con cui viene affrontato un tema tragico come quello della violenza; la bambina, la voce narrante diventerà donna senza perdere speranza e dolcezza, troverà una via di fuga, mantenendosi pura, filo d’onda del mattino. Nella speranza che un futuro ci sarà, per lei e per tutti i bambini innocenti.

Luna
– alle bambine e ai bambini vittime di violenza

Mi è caduta tra le braccia una luna senza stelle.
Esplosa tra le ciglia ha colorato di fresco la mia bocca.

Il corpo è libro dell’Universo, sono storia nuova da raccontare al mondo.

Sarò donna sposa d’un raggio che saprà colorare di verde i mie desideri.

Sarò donna di marzapane che saprà addolcire i rimpianti mentre un temporale spezzerà le trecce appese al vento del ricordo.

Sarò pancia d’acqua abusata dall’orco maligno, e sguscerò filo d’onda del mattino come sirena al riparo della scogliera.

Incastrerò i miei occhi di conchiglia nell’azzurro mare per divenire metafora d’un futuro inespugnabile.

Iride Enza Funari

Seconda classificata

Motivazione della giuria
Questa poesia ci racconta un mare autentico, archetipo, colto tra fondali sconosciuti tormentati e la terra, desideroso di una nuova vita, spinto dall’anelito all’azzurro, alla terra, alla pace.

Il mare

Pare il mare scivolare senza regole,
libero di rispondere al cielo e segnare
i giorni con spuma impertinente,
oppure accarezzare con servile piacere
la sabbia, schiava dei suoi vortici
imprevedibili come la morte.

Pare l’acqua plasmarsi alla luce,
e ammorbidire le sue mani sul corpo
natante in abbandono di sensi,
pare innocuo quello scivolare
acqua su acqua, onda su onda,
ma dentro il mare come il cuore
conosce i dogmi del giorno,
le servitù al vento e al riciclo del sole,
i tormenti dei fondali sconosciuti all’aria
da secoli immoto pavimento per carcasse.

Pare tranquillo il mare, ma il suo dolore
è il dubbio di morire senza terra,
immerso nelle algide passioni di correnti
che ne fanno mostro e assassino,
mentre il suo anelito è un volo
di gabbiano su un’isola di ulivi.

Maria Rita Bozzetti

Terza classificata

Motivazione della giuria
La poesia che ha commosso profondamente la giuria ci racconta un dramma che nessuna donna, nessuna madre vorrebbe vivere: la morte di un figlio. Le parole ci hanno accompagnato in un dolore che è pur vivo e bruciante, ma di cui si sente profondo la volontà di rielaborazione e l’urgenza di raccontare. Le immagini del grido muto, ormai lontano e del respiro che passa dalla figlia alla madre sono, tra le altre, di grande potenza espressiva.

Fiore immolato

Stringo fra le mani una ciocca dei tuoi biondi capelli
Gelosa custodisco la tua impronta
Tassello prezioso del mio quieto vivere

Tu bocciolo di rosa appena schiuso all’aria
Fiore immolato, piccola colomba
Chi ti spezzò le ali?

Il mio grido ormai lontano
Tace nell’oscurità del sonno della notte.

Io tua madre
Ti amo con lo stesso amore di un tempo
Con la stessa gioia infinita che tu hai saputo dare a questa mia vita

Questa vita che fugge lontano nel tempo
E l’ebbrezza dei tuoi diciott’anni svaniti senza un lamento.

Figlia mia mi hai lasciato così in fretta senza un bacio ed un saluto
Un quel dì di primavera, in quella sera che pioveva.

Piccola giovane colomba sull’asfalto è rimasta la tua impronta
Ti ho visto lì distesa, e ho ispirato il tuo profumo
Che emanava il tuo respiro

Mentre la mente mia si perdeva, invocando una preghiera.

Il mio sguardo fisso, intenso, sui tuoi grandi occhi belli
Mentre senza un lamento, li chiudevi nel silenzio.

E la sera si fa notte, il tuo cuore non batte più
E una parte di me stessa l’accompagna dove sei tu

E l’istante già passato si sbiadisce di frammenti
Di ricordi già vissuti che tu lasci dietro di me

Figlia mia adorata
Il mio cuore sarà sempre con te.

Erminia Casiraghi

Premio della Critica | prima classificata

Emozione

Fresco alito del vento,
caldo cuore della notte,
coraggioso
canto del gallo
che frantumi
ogni mattina
il silenzio attonito del cielo.

Sai tutto quello che sei,
eppure,
non sei soltanto ciò che sai,
ridi e piangi,
urli e bisbigli,
avanzi e arretri,
senza pensare
ma
semplicemente amando
con terrore generoso.

Ammiri la vita
che ti circonda,
ti assedia,
ti espugna,
senza onore delle armi,
nessuna tregua,
alcuna pace,
un solo prigioniero:
la tua paura.
Non indugiare oltre,
né più,
corri!

Non tentennare ancora, vola!
Come aquila giù per il pendio,
come onda su per la folata,
come sospiro dentro la tua anima, festeggia!

È la vita!
È arrivata! È… Giulia!

Simona Elisabetta Oggioni

Seconda segnalazione

Il mio mal superbo

Il mio mal superbo si annida fra le ciocche ribelli della anima mia anarchica.

Scombussola la risacca del mare nel riposo frantumato dei desideri.
Spezza la torre dei rimorsi il mio mal superbo e getta alle ortiche la coltre dell’incauto dubbio.

Il vento ostacola gli occhi sulle stelle e trattiene i passi sulla sabbia.
Ma il mio mal superbo orgoglioso, è amico silenzioso e paziente, compagno di strade sconosciute. La sua dimora è una tracolla dove riposano il pane e le rose.

Il pianto lo tengo in tasca, ospite fremente del mio desco nascosto, generoso convitato d’acqua nell’oasi dei sospiri.

La mia storia la conoscono le stelle e la raccontano ai granelli di sabbia volubili chicchi millenari che attendono i miei passi.

Maria Natalia Liriti

Terza segnalazione

Freddo tepore intermittente

Riscaldami anche solo con la parola, nel traffico di luci che truccano l’arrivo: se il tuo abbraccio è distante sarà una matita morbida a raccogliere manciate di stelle per questo cielo superbo, mai bianco.

È forse di cera il mio sogno? Sbriciola frange d’immagini tremanti, spegne ombre di suoni sussurrati. Che siano gli occhi a ripetere alla notte il colore del fuoco, che siano le labbra a cantare all’indomani il buio dell’attesa!

Tanto ardore non incontra ostacoli ma esprime se stesso, inconsapevolmente, nell’assenza. Ricordami al tuo fremito mentre il passo si scioglie: se il tuo pensiero è silente avrò una penna che scrive neve per raccontarti l’ultimo inverno.

Giovanna Garzia ­Venosa

Quarta segnalazione (pari merito)

Nei porti ti ho cercata

Nei porti ti ho cercata
Stillando le navi
Ad una ad una

Ed ho ascoltato voci
A rinnovata memoria
Dove hai trovato riposo
Dopo tanto vagare
Nelle vie dei mari

Bella Polena
Colorata donna di mare
Incatenata
Alla prua del bastimento
Il seno nudo
Spaccava l’onda

Sfidava il mare la tempesta
Avvolta nella notte
Illuminata dai lampi

Impavida
Offriva i fianchi al vento
Con occhi accecati
Da lacrime di sale
Resisteva

Il cuore di legno marino
Sussultava
Al morso delle onde

Ma lei
La testa altera
Fiore del mare
Donna di sogni
Arroccata scudo in difesa

Regina si ergeva
Lampada accesa
Di vita e speranza

Miliana Fruzza Corrias

Quarta segnalazione (pari merito)

Penelope

T’invocherò
Nelle sere solinghe
D’inverno
Quando tornerai
Dal viaggio dell’assenza
Come Penelope
Come Penelope
T’aspetterò
Alla luce della mia promessa.

Torture di solitudini e paure
Canti e sirene
Visioni d’ultramondo
Avremo per noi

Eppure
come Penelope
come Penelope
Al filo di lana
Terrò legato il nostro amore.
Ed ogni notte
Come la prima notte
Dell’arrivo
Ti stringerò al petto

Come Penelope
Come Penelope
nel letto disfatto

Maria Sabia Avigliano

Quinta segnalazione (pari merito)

Capo Horn

Non sono Capo Horn in balia della tempesta
ma il Mediterraneo al tramonto
in una calda giornata d’Agosto.

Non sono l’elegante e distaccata Francia
ma la colorata e calda Spagna
con muri fregiati di screziati disegni.

Come fate a non vedermi?
Come fate a non amarmi?

A non capire i moti dell’anima?
Il desiderio di parlare,
di scambiare?
A rimanere saldi
Nella vostra desolazione?
A volerla più
dell’intensità, della luce,
del colore, del calore?

Donna Elena

Quinta segnalazione (pari merito)

Io, nessuno

Io, nessuno­
Ramo secco foglia ingiallita tappeto rosso,
sabbia marcia di piaghe.

Io, forza della natura ora nessuno.
Bruco in volo tra gli abbracci degli arbusti stanchi,
riflessi di luce a squarciare grovigli di mistero.

Io, ancora io speranza.

Irene Garzonio

Quinta segnalazione (pari merito)

Ali di donna

Si muove come danzando il corpo flessuoso vestito di vita.
E disegna nel silenzio della notte la musica dell’anima.

Parla dei pensieri di donna,
delle ali avare del vivere che non volano,
del sorriso regalato da un immagine lieve.
E non è fatuità ma un fuoco dell’artificio nel deserto dell’anima.

È la gioia che ci si cuce addosso per colorare la vita.
È l’alba che esplode nel nero dei pensieri.
È l’eleganza dei volti nascosti,
la frivolezza di un attimo,
il vento che spazza la tristezza che si cela nel cuore.

È la Donna che vive,
che si maschera, che urla,
che, sempre silenziosa al mondo,
Grida,
tra soffici veli,
il suo Io.

Stefania Ligori

Premio menzione speciale per i 150 anni dell’Unità d’Italia

Italia mia

Italia, Patria mia, terra d’amore, di santi e di poesia
Dove sempre splende il sole
E rose son le tue albe e i tuoi tramonti.

Amo i tuoi monti, le tue foreste incantate
Le Alpi che ti fan da cora
Ed i tuoi verdi campi.

Qui un giorno vorrei posare la mia testa stanca
Nella terra in cui son nata, ho riso e pianto.

Quanto sei bella, Italia mia
Baciata dal sole e benedetta da Dio

Emilia Primiani in Pede

Premio Speciale Comitato di Supporto per la Poesia reclusa
Sezione Detenute della Casa Circondariale Sanquirico di Monza

Sezione speciale con la poesia reclusa delle detenute di Sanquirico | Sezione femminile della Casa Circondariale di Monza. Zeroconfini ha stanziato un premio in danaro: alla prima classificata andranno 200 euro, alle seconde classificate (pari merito) 100 euro a testa.

Prima classificata

Un pianto nella notte (A Cry in the Night, testo tradotto dall’inglese)

Ovunque c’è calma
E tutto intorno è scuro
Quando ognuno di noi va a dormire
Mi sdraio e penso
Ognuno, ogni cosa è ancora sveglia.

Posso sentirti piangere
Un pianto nella notte
Un pianto per un aiuto
Un pianto per liberare il dolore
E sentendolo mi si spezza il cuore.

Posso sentire il mio corpo agitato
Mi sdraio e penso
Quanti di loro piangono nella notte?
Quanti di loro piangono da soli nella notte?

Il mio corpo è ferito
Ma so che non posso fare altro
Se non ascoltarlo

Lo so
Aspetto
Mi sdraio e aspetto
Aspetto e penso a ognuno che piange nella notte
Che piange solo nel sonno.

Chiudo gli occhi
Sospiro profondamente
E allora piango

Piango per me stessa
E per gli altri piango
Un pianto nella notte.

Liene Nikitenkova

Seconde classificate – pari merito

I tre fiori del mio giardino
(Las tres flores de mi jardin, testo tradotto dallo spagnolo)

Che un giorno per divina virtù
Nascesti nel mio giardino
Ogni giorno crescevano i tuoi petali
che mi profumavano di più

E ogni nuova foglia mi copriva
Ogni istante mi dava calore
E con la magia della tua tenerezza mi convincesti
Della tua dolcezza

Oh giardino dei miei sogni
Quanti petali hai?
Tu che canti al mattino e
Mi risvegli con grande amore
Tu che ridi e rallegri la mia anima
Oh, orchidea mia!
Ogni giorno ti amo di più
Oh giardino dei miei sogni
Che felice sono!

Tu, stelo, sei la mia ombra
La mia illuminazione
Il mio vivere
Il mio esistere.

Quando cammino al tuo fianco
Sei la mia guida
Quando arriva la notte è Dio col suo gran potere
Che è la luce che mi illumina fino all’albeggiare.

Oh giardino dei miei sogni
Che luce c’è!

Maria Resquin

Seconda classificata (Pari merito)

Quando ci rivedremo?
(Quando nos volveremos a ver?)

Quando stavi con me ed eri soltanto mio
Non ho saputo riconoscere il tuo valore
Oggi che ti ho perso
Comprendo quanto mi hai amata e
Quanto ti ho amato

Se non ti rivedrò
Morirò senza questo tuo amore

Quando eri con me
La mia strada era illuminata
E piena di colori

Tu Vita della mia vita
Con il tuo amore
Mi hai donato un arcobaleno pieno di colori
Oggi
Capisco che è meglio morire
Se non ti rivedrò
Se non sei con me
Tutti i giorni sono tristi e bui
Senza la tua passione
Non ha senso la mia vita
Il mio sangue… il mio cuore

Oggi ho perso la mia libertà
Anche il tuo amore
Mi manca l’aria

Senza di te la mia vita
È scolorita e fredda.

Ieri
Sei stato la mia stella cadente
Il mio desiderio espresso
Le mie notti di passione
Regalandomi amore e ardore
Sei stato il sole splendente miei giorni felici

Oggi
Vedo tutto scuro
Fredde notti e oscuri giorni mi attendono

Se non ti rivedrò
Che ne sarà della mia tenerezza, del mio sorriso?
Mi dicevi Ti amo
Ma io non ascoltavo veramente

Oggi che ti ho perso
Ti comprendo e ti desidero
Se ti rivedrò
Ricambierò l’amore che provi per me

Dove sei?
Perché la luce
Senza il tuo amore non brilla più

Oggi
Sola
Vorrei essere una stella cadente
Scivolare nel cielo
Esprimere il desiderio di rivederti

Mi hai dato tanto amore
E ora vivo senza
Ma perderti non resisterei e
Anelo a tornare a rivivere questo amore
Fosse anche per un giorno solo

Non so se resisterò un anno a vivere
Senza incontrarti
Ma c’è la speranza
Sempre!

Affinché la speranza non si perda
Voglio tornare ad amarti
Nulla
Nessuno
Mi impedirà di rivederti
Né il tempo
Né la distanza
Né l’oceano
Né le montagne
Fermeranno questo mio volerti amare.

Quando ci rivedremo?

Adriana Raminez
Posted in Isabella Morra 2011 Tagged 2011, Sanquirico

Articolo scritto da La Casa della Poesia di Monza

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