PREMIO ISABELLA MORRA 2016
I finalisti sezione A)
Claudia Cangemi
A Etty Hillesum
Voce di pace
soffocata alla foce
dalla più atroce
e bestiale ferociaPensiero affilato
come lama di luce
a smascherare i mostri
abortiti nelle tenebreAnima ardente
di fede laica e pura
hai portato nel lager
la libertà più veraIl tuo sguardo fiero
ci insegna l’eroismo
disarmato d’amore
che sfida l’odio cieco
Ada Crippa
Lei
Non fu mai fedele al recinto
lei
inebriata d’azzurro
allentava le catene degli sguardi
possessivi ad ogni passovasto è l’universo
e senza visibili sponde
sapeva che nella spinta all’alto
trovava remi e barche
ad insegnarle porti
nei mari eterei
della libertà
Renato Ornaghi
Monza Heroin
Sciolta dalla ‘ndrangheta e fatta brodo
Primordiale, fango di proteine
Sparso a concimare tra le cascine
Di Monza, ma prima stretta col nodo
Scorsoio alla gola, sfregiata e todo
Modo seviziata, ingiuriata e infine
Orinata in volto (gli occhi latrine
E la bocca fogna), infilzata al chiodo
Dell’infamia per avere parlato
A chi non doveva ascoltare; voce
Maciullata, lingua che ha speso il fiato
E ha pagato dazio nel bagno atroce
Dell’acido, muta per sempre al prato
Che giù decomposta l’ha presa in croce.
Sonia Orsi
Nei giorni in cui ho voluto amare
avevo perle negli occhi
e rami di ciliegio intorno al cuoreun airone è caduto stanco fra le foglie…
Pendo da un cielo scarlatto
e passeggio
funambola fra sospiri e vertiginiL’altalena dondola
dalla luna gialla,
i mulini spargono pensieri e molliche di pane
i piedi inseguono la vita
ed io
scrivo sabbia in un calamaio di stelleCorrerò e urlerò canzoni
ai soldati sdraiati sulla terra
e fra le pianure nere
le mie lacrime bagneranno i loro occhiNon sento che vento
e campane nel silenzio,
bianche chiese
e candele acceseApro le mie mani vuote di fiori
Dove troverò preghiere?
Isabella Scotti
Aprile
Il glicine
abbraccia le ringhiere.
Mi inebrio e
danzo,
baccante
fra grappoli
di diafana ametista.
Federico Zucchi
Nessuna pietà per i colibrì
In ricordo di Shaimaa El Sabbagh e Giulio RegeniNon mi abbandona il tuo volto
né il tuo torace che si accascia
come un’anfora disciolta.
Vorrei sollevarti, Shaimaa,
per ricomporre di zolle
la faglia dischiusa dal folle.C’è una ferocia che si appoggia al deserto
che corre lungo le traversine dei porti
dentro i cuori dominati dai morti.
Una ferocia che il tuo corpo in caduta
subisce e sovverte con tragico slancio.Non mi abbandona il tuo volto
steso sulla polvere sconcia come
un martoriato punto interrogativo.
Vorrei sollevarti Giulio, lasciarti
ideare nuovi varchi di studio
per confutare la morte con scasso.C’è una ferocia che ammorba
il respiro del mondo, che porta
i corpi in rivolta a subire soprusi
nel buio scabroso delle segrete
nel pugno drogato della tortura.Miei cari mai visti, possa
il vostro rotto respiro
ispirare una forma
diversa di rotta.
Mariastella Eisenberg
Fuori posto ovunque “ Ribellione “
in eleganza
e
in dolore
ovunque.
Vidi
occhi d’anima
un ricordo
mi ci rifugiai
trovai cenere calda
e,
per poco,
mi si scaldò il cuore.Sfrenato
gioisce il tempo al mio pianto ribelle:
nessuno
né amico
né amante
può consolarmi da me stessa.Mio
è pane nudo:
madre mia notte
pietà di me
nei sogni.