Il sogno dell’ingegnere Eugenio Villoresi, l’impegno di una famiglia lombarda
Teatrino di Corte Villa Reale di Monza
Venerdì 24 ottobre ore 18,00
Per celebrare il 35° anniversario dalla scomparsa della poetessa e scrittrice Emilia Villoresi La Casa della Poesia di Monza promuove in data venerdì 24 ottobre alle ore 18,00, presso il Teatrino di Corte della Villa Reale di Monza, Il sogno dell’ingegnere Eugenio Villoresi.
L’iniziativa si realizza in collaborazione con il Centro Residenze Reali Lombarde e il Consorzio del Parco e della Villa Reale di Monza.
Mi dici parole d’amore è il titolo dell’antologia di poesie di Emilia Villoresi a cura di Valerio Villoresi, suo nipote.
Le musiche e le letture saranno eseguite dal gruppo I Poeticanti con Roberta Turconi: voce recitante, canto ; Paolo Provasi: canto, ukulele, chitarra Roberto Nazari: arrangiamenti musicali; Paolo Provasi: composizioni musicali; Giorgio Pirovano: montaggio audio.
Emilia Villoresi, nata a Malnate (VA) il 27 settembre 1892, bis-nipote dell’agronomo paesaggista Luigi Villoresi (Desio, 1779 – Monza, 1823), inizia giovanissima a scrivere pubblicando brevi liriche sul giornale «La Donna di Torino», ma la sua prima raccolta fu edita nel 1923.
Durante la Prima Guerra Mondiale s’impegna nell’assistenza dei prigionieri, facilitata dalla sua perfetta conoscenza del tedesco. Si sposa, in età avanzata, con Emilio Tosi, vedovo con tre figli.
È molto attiva nell’ambito del Lyceum femminile in qualità di responsabile della sezione letteraria, oltre che poetessa e scrittrice molto apprezzata nell’ambito dei circoli culturali milanesi.
Traduce dal danese la serie Bibi di K. Michaelis, completandola con Bibi si sposa di sua invenzione e altre opere di Kästener e di A. Settâlâ.
Riceve il Premio Soroptimist nel 1957 per La bimba e L’Ombra (Schwarz, Milano), libro col quale vince anche il Premio G. Boine, mentre con Già declina il mio giorno vince nel 1959 il Premio Flora. Si spegne a Milano, nella propria casa-studio di Corso Magenta 68, il 16 marzo 1979.
Il bisnonno Luigi, ricordato per aver fondato la prima scuola botanica in Lombardia, fu l’artefice della realizzazione del parco della Villa Reale di Monza e il creatore della Bella di Monza (Rosa modoetiensis Villoresi), dal colore rosso purpureo e dal profumo inebriante.
Lo zio Eugenio, ingegnere scienziato, fu l’ideatore dell’omonimo Canale di irrigazione e dedicò la propria esistenza a plasmare la natura secondo le primarie esigenze dell’uomo.
Lo zio barnabita, Padre Luigi, fondatore dell’Istituto dei Chierici Poveri di Monza, trascorse la vita intera a forgiare le anime umane sugli insegnamenti del Vangelo, assicurando alla Chiesa 700 vocazioni. Così come loro, Emilia ebbe la natura e l’animo umano al centro dei propri interessi.