In attesa dell’imminente pubblicazione della Seconda Edizione del Premio Letterario Aurelia Josz, promosso dalla Casa della Poesia di Monza, vi segnaliamo questo bellissimo video promosso dal Comitato Scientifico per EXPO 2015 del Comune di Milano in cui si racconta anche la sua storia e quella della Scuola di Agraria del Parco di Monza
Chi è Aurelia Josz:
Nata a Firenze nel 1869, da colta famiglia ebraica, fondatrice della prima scuola pratica agricola femminile (la Scuola Professionale Agraria Femminile).
Rivolta esclusivamente alle donne, la scuola venne inaugurata nel 1901 nell’Orfanotrofio della Stella a Milano (nel 1905 si trasferì in una sede autonoma a Niguarda). Si trattò di un’esperienza fortemente innovativa, sia perché non esistevano in Italia istituzioni scolastiche rivolte alla formazione professionale delle giovani donne delle campagne, sia perché improntata a principi pedagogici e didattici avanzati.
Diplomatasi a Firenze in lettere italiane presso il Regio Istituto Superiore di Magistero Femminile, Aurelia fu molto influenzata dal clima cosmopolita della sua città che favoriva una mentalità progressista e aperta ai problemi della condizione femminile.
A ventun anni si trasferì a Milano, per insegnare nella Scuola Normale Gaetana Agnesi, dove nel 1906 divenne titolare della cattedra di storia e geografia che mantenne sino al 1920. Nel suo insegnamento sperimentò nuove metodologie didattiche allo scopo di accrescere l’interesse delle allieve per le sue materie, in particolar modo per la storia. Costruì, ad esempio, insieme alle ragazze, una sorta di museo geografico e antropogeografico, con cartoline e altri documenti e sostenne l’importanza di utilizzare il teatro come strumento per avvicinare alla conoscenza dei fatti storici e per rendere più immediata e pratica l’esperienza di studio.
Tradusse le sue riflessioni didattiche e la sua pratica educativa in due manuali scolastici che riscossero un notevole successo: La storia di Roma ad uso delle scuole secondarie secondo i vigenti programmi (1894) e La storia d’Italia nel Medioevo conforme ai programmi governativi delle scuole complementari e tecniche (1899).
La scuola da lei fondata (presso la quale lavorò gratuitamente, come organizzatrice e direttrice, dal 1901 al 1931), si rifaceva per indirizzo di studi e per organizzazione didattica, a esperienze straniere, su cui la Josz si era documentata direttamente. Si era infatti recata in Svizzera, Inghilterra, Francia e Belgio, con un contributo del Ministero dell’Agricoltura e della Società Umanitaria di Milano.
Fu profondamente influenzata anche dall’incontro con il movimento emancipazionista, che a Milano aveva un centro nodale di riflessione e organizzazione ed era rivolto soprattutto ad attività sociali per il recupero e la formazione delle giovani delle classi meno abbienti.
Ritroviamo questa influenza nella scuola da lei fondata tra i cui obiettivi vi era il recupero delle ragazze più sfortunate (anche per questo venne individuata la sede della scuola nell’orfanotrofio) e la formazione di donne in grado di introdurre, nel lavoro agricolo, una concezione moderna dell’agricoltura.
La scuola era frequentata sia dalle interne dell’orfanotrofio sia dalle esterne e raccolse notevoli successi soprattutto nel campo dell’allevamento del baco da seta.
La scuola, che inizialmente il fascismo aveva sostenuto, perché compatibile con il suo progetto di formazione per le “massaie rurali”, venne dal regime progressivamente emarginata e chiusa nel 1930-1931, sia per ostilità nei confronti della Josz, sia per evitare una possibile concorrente delle scuole rurali istituite dal regime. Verrà riaperta nel 1933, affidata però ad una nuova direttrice vicina al regime. Dopo alterne vicende, la scuola venne trasferita nel 1957 nella Cascina Frutteto nel Parco di Monza, dove tuttora risiede.
A partire dal 1931 la Josz si chiuse in un progressivo isolamento, lasciando l’insegnamento alla scuola normale e dedicandosi alla scrittura di due saggi: sul poeta Boiardo e sul filosofo Boezio, interpretati alla luce della sua vicenda personale.
Dopo l’approvazione delle leggi razziali da parte del fascismo nel 1938, Aurelia Josz rifiuta di scappare all’estero.
Alla morte del fratello Italo, avvenuta il 1 dicembre 1942, raggiunse ad Alassio la sorella Valeria; a quel punto la situazione in Italia per gli ebrei è degenerata al punto tale da rendere inevitabile l’espatrio. Aurelia ora però non può seguire la sorella, perché infortunata ad un braccio.
Il 15 aprile 1944 venne arrestata e condotta nelle carceri di Marassi (Genova) e da lì deportata, prima al campo di concentramento di Fossoli, poi al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove giunse, dopo un viaggio nei vagoni piombati, il 30 giugno 1944. Venne uccisa, durante le selezioni iniziali, il giorno dopo il suo arrivo.
Bibliografia: Paola D’Annunzio, Aurelia Josz (1869-1944): Un’opera di pionerato a favore dell’istruzione agraria femminile, in «Storia in Lombardia», n. 2, 1999, pp. 61-96.