Andar per mulini
Cronaca di un’esplorazione alternativa del Parco di Monza
di Silvia Messa
Una grande foglia e le sue nervature. Non vi scorrono linfe, ma le acque del Lambro.
È un modo poetico di figurarsi il Parco di Monza, i suoi prati scenografici, i filari di alberi, le costruzioni storiche che contiene, il suo ecosistema tra intervento umano e magia della Natura. Ma anche un modo insolito e inclusivo di scoprirlo e farlo scoprire.
Questa esplorazione, tra metafora e realtà, è avvenuta il 21 maggio 2022, con la Photographic walk, una passeggiata fotografica aperta a tutti e gratuita, organizzata dalla Casa della Poesia di Monza e Brianza. La prima, ci auguriamo, di altre che progettiamo nel territorio della Valle del Lambro. Alla guida del gruppo Rodolfo Zardoni, giornalista, fotografo e telecineoperatore Rai, con Iride Enza Funari, Antonetta Carrabs, Ettore Radice e Silvia Messa, del direttivo della Casa della Poesia. Con loro, Luciano Ponzoni, ex insegnante elementare, divulgatore, che ha curato libri e progetti di educazione ambientale con la Provincia di Milano e il Parco della Valle del Lambro. Le mete “geografiche” sono state due mulini all’interno del Parco di Monza. Ma l’obiettivo più ampio era aprire gli occhi su dettagli che spesso ci sfuggono. Scorrono via, come le acque di rogge e canali. Le rogge molinare, appunto, quelle che portano l’acqua del Lambro ai mulini, per produrre l’energia necessaria alle operazioni di molitura di grano e cereali. La cura dei mulini spettava ai molinari, quella delle rogge ai campari, responsabili della loro manutenzione e pulizia. Un’iniziativa come Photographic walk, in fondo, fa manutenzione dei ricordi e dei luoghi, li fa brillare e li rende più attraenti. Dei tanti mulini che sorgevano nella zona, nel Parco alcuni sono rimasti e sono in parte visitabili. Luoghi di grande fascino che si prestano anche a diventare scuole all’aperto. Creda onlus gestisce il Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità (CEAS), proprio ai Mulini asciutti.
Mulini asciutti. È stato il primo complesso che abbiamo esplorato, tra la Casa della Poesia (Porta di Villasanta) e la porta di San Giorgio. Il progettista, nel 1834, fu l’architetto Tazzini, che edificò sopra un precedente mulino demolito. Il corpo del mulino è tagliato dalla roggia Mulini asciutti, le cui acque arrivano dal Lambro (l’adduzione avviene all’altezza del Dosso, più a Nord) e azionavano sei pale. Tutt’ora il meccanismo del mulino con le mole di pietra è attivato a scopo divulgativo e nell’interno della costruzione si conserva l’ambiente originale, con ingranaggi e attrezzature ancora funzionanti. Accanto al mulino sorgono due fienili, uno recentemente ristrutturato per ospitare didattica e laboratori. L’altro, bellissimo, ancora da valorizzare. Accanto a questo fienile, a nord, c’è un altro piccolo edificio, che ricorda un tempietto: un forno a pianta rettangolare, con una vasca e una pompa per l’acqua, sul fianco.
Costeggiando il Lambro, il gruppo del Photographic walk ha abbracciato l’immenso platano che vive in simbiosi con il fiume, nutrendosi del limo depositato sulle rive.
Pausa contemplativa ed energetica sul ponte dei Mulini asciutti, accanto ai prati del Dosso. Un’altra deviazione ci ha fatto scoprire (o rivedere) il Ponte neoclassico, costruito dal Canonica sul Lambro, su quattro campate, rivestito in ceppo, restaurato recentemente. Si trova oltre una piccola porta con un timpano elegante. anche questa sconosciuta ai più.
Mulini San Giorgio. È stato il secondo mulino esplorato durante la passeggiata, da molti conosciuto come cascina Fratelli Colosio. Oggi infatti ospita un’azienda agricola. All’interesse architettonico si è aggiunto quello per l’attività di allevamento di vacche, per la produzione di latte e yogurt, da anni all’avanguardia con sistemi di mungitura automatica, e per la fattoria didattica, visitata da famiglie e curiosi: capre, asini, animali da cortile, persino alpaca. Il molino, che fu di proprietà del marchese Cravena, fu ricostruito prima da Luigi Canonica (1838), poi da Giacomo Tazzini (1857). Ci è stato concesso di transitare e rubare qualche scatto dalla passerella sopra la Roggia Molinara, che attraversa l’edificio e muoveva sei pale e altrettante macine. Purtroppo quest’angolo suggestivo è invisibile ai più. Il mulino ha cessato la produzione dal 1952.
Altra nota negativa: il crollo di uno dei fienili, che ricorda ora, mucche comprese, lo scenario di un presepe napoletano.
Fine gita alla Casa della Poesia, per brindare e ideare nuovi progetti di scoperta del territorio. Le foto dei partecipanti contribuiscono, ora, a documentare un’esperienza da ripetere e condividere.
Silvia Messa
Progetti di valorizzazione / ambientali–sociali-storico-artistici
Membro del Consiglio direttivo de La Casa della Poesia di MonzaGiornalista professionista, vicecaposervizio, lavora nella redazione di Millionaire dal 1993. Nei primi anni, collabora anche ai mensili Dossier Salute e Professione Genitore, dello stesso gruppo editoriale. Su Millionaire, scrive inchieste e articoli su settori, business e trend innovativi. La salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente, la sostenibilità e lo studio dell’impatto umano sono argomenti che affronta con passione e impegno, ogni mese. Oltre a scrivere sul giornale, on line e sui social, partecipa all’organizzazione di convegni ed eventi innovativi. Coordina dibattiti, conduce tavole rotonde e seminari. Tra gli ultimi, in presenza: Millionaire Expo (Spazio Copernico, Milano, Maggio 2015), Festival della Crescita (Palazzo delle Stelline, Milano, 2015-2017 – 2018 – 2019), Microsoft Forum (Milano, 2016), StartupItalia Open Summit (Milano, 2018), Chiedici la parola, workshop (Istituto J. Monnet, Mariano Comense Co, 2019).
Con Lucia Ingrosso, è autrice del manuale Il lavoro? Me lo invento. Idee, strade, info pratiche. Per mettersi in proprio con successo. (Hoepli – Millionaire, 2017)