CRS Durini – Centro di Ricerca e Studi per le lingue dialettali e minoritarie europee
Presidente onorario: Franco Loi
Presidente: Antonetta Carrabs (Presidente de La Casa della Poesia di Monza)
Direttori: Piero Marelli, Edoardo Zuccato
Coordinamento: Diana Battaggia
Comitato Poetico Letterario:
Sebastiano Aglieco
Nelvia Di Monte
Anna Maria Farabbi
Davide Ferrari
Fabio Franzin
Ferruccio Giuliani
Francesco Granatiero
Franca Grisoni
Vincenzo Mastropirro
Massimo Migliorati
Maurizio Noris
Comitato tecnico scientifico:
Vittorio Dell’Aquila
Gualtiero De Santi
Corrado Beretta, Responsabile Progetti di Valorizzazione Reggia e Parco di Monza
In corso di aggiornamento per altri nominativi
Biografie:
FRANCO LOI (Genova 1930). Nella sua opera poetica ha assunto il dialetto meneghino come il crogiolo di un più complesso espressionismo linguistico, talvolta animato anche di una risentita passione politica, mescolando elementi di varia provenienza, talvolta rielaborati e reinventati per piegarli alle sue esigenze espressive. È autore di numerose raccolte poetiche in cui ha saputo fondere una poesia di ampio respiro narrativo e improvvisi slanci lirici. Trasferitosi a Milano (1937), dopo aver intrapreso diversi lavori a partire dai primi anni Ottanta ha intensificato la sua attività in campo editoriale, divenendo tra l’altro anche un apprezzato critico letterario e collaboratore di riviste e quotidiani. Nei suoi testi usa un dialetto milanese molto aperto alle contaminazioni, intrecciando voci diverse: dal dialetto milanese della tradizione letteraria al gergo dialettale proletario e sottoproletario non solo milanese, dagli arcaismi ai forestierismi, fino ai neologismi e alle sue personali invenzioni, ottenendo un impasto linguistico di forte originalità espressiva, che spesso si nutre di polemica sociale e talora anche politica. A partire da Stròlegh, uno sguardo penetrante e insieme visionario nel mondo operaio e popolare della Milano anni Quaranta e Cinquanta, cui hanno fatto seguito Teater (1978), in cui come suggerisce il titolo tutto si svolge come su una scena teatrale, L’angel, una sorta di romanzo in versi in cui compaiono anche passi in genovese, emiliano e romanesco, L’aria (1981), Bach (1986), Liber (1988), la sua ricerca ha recuperato con uguale efficacia e originalità l’epica popolare e l’intimismo lirico. Ha realizzato ancora: Memoria (1991), Umber (1992), Arbur (1994), Amur del temp (1999), Isman (2002), Aquabella (2004). Nel 2005 ha pubblicato Aria de la memoria, un’antologia delle poesie scritte tra il 1973 e il 2002. Con Voci d’osteria (2007) ha messo in forma poetica il copioso materiale raccolto nel tempo ascoltando le voci della gente comune, ovunque ci fossero ancora persone in grado di parlare in dialetto milanese, mezzo espressivo da sempre ritenuto straordinariamente capace di cogliere il carattere degli uomini e il senso della vita. Autore anche di una raccolta di saggi (Diario breve, 1995) e di racconti (L’ampiezza del cielo, 2001), nel 2010 ne è stata edita l’autobiografia Da bambino il cielo, a cura di M. Raimondi, mentre nel 2012 sono state pubblicate la raccolta poetica I niül e il testo La luce della poesia, articolata riflessione sull’essenza di questo genere letterario.
PIERO MARELLI abita a Verano Brianza. Ha esercitato vari mestieri, fra cui il linotipista.
Autodidatta, ha saputo rapidamente conquistare una vasta conoscenza della tradizione letteraria non soltanto italiana, approfondendo nel frattempo lo studio della critica e della filologia romanza. La sua grande passione per il teatro lo ha condotto, dopo cinque anni di scuola di recitazione, alla fondazione di una compagnia, il Teatro del Vento, che ha sviluppato la sua ricerca prevalentemente nell’area della gestualità. Ha pubblicato numerosi volumi, in lingua brianzola e in italiano, per Vanni Scheiwiller, LietoColle e, per le edizioni La Vita Felice, ’l me bum temp (1995), La pietra serena (2001), Cantàda di cantàd (2002), Bernart De Ventadorn, La Dousa Votz ai Auzida (La dolce voce ho ascoltato) (2008), Come il ramo di biancospino. Antologia della poesia provenzale (2009), Corale delle Dolomiti e Jaufré Rudel, Amor de terra lonhdana (Amur de paes luntan) (2012), Guilhèm de Peitieus, Pos vezem de novel florir (Perché adess védum amò retacà) (2015), Apocalypsis cum figuris – Figure per il secolo presente (2015).
EDOARDO ZUCCATO (Cassano Magnago VA 1963) è Professore Associato di letteratura inglese presso l’Università IULM di Milano, dove insegna dal 1991. Attualmente è Direttore del Dipartimento di Letterature comparate e scienze del linguaggio. Fin dall’esordio di Tropicu da Vissévar (1996), la scelta di esprimersi in un dialetto altomilanese lo collega alla grande tradizione lombarda del primo Novecento. Il notevole equilibrio fra la schiettezza della lingua prediletta (Alto milanese), la capacità di denuncia e la sobrietà sentimentale dell’Io lirico lo colloca su un versante tutt’altro che espressionista, come dimostrano i libri successivi: La vita in tram (2001), I bosch di Celti. Il bosco celtico (2008) e Ulona (2010), un testo lirico-teatrale, o commedia surreale, dalla lunga gestazione. Fra sperimentazione e classicità si muovono anche le versioni in dialetto delle Ballate di Villon, condotte con C. Recalcati nel volume Biss, lüsèrt e alter galantomm (2005), e delle Bucoliche virgiliane, in I Bücòligh (2007). Autore di consapevole ampiezza tematica, impegnato nella riflessione sulla reale capacità comunicativa della lingua poetica odierna, ha curato il volume Sotto la pioggia e il gin. Antologia della poesia inglese contemporanea (1997), ha tradotto pagine di S. T. Coleridge e pubblicato uno studio in inglese su Petrarch in romantic England (2008).
SEBASTIANO AGLIECO, poeta e critico, è nato a Sortino (Siracusa), il 29 gennaio 1961. Vive a Monza e insegna a Milano nella scuola elementare. Ha pubblicato diversi libri di poesia, tra cui: Giornata (La Vita Felice, 2003), Premio Montale Europa 2004; Dolore della casa (Il Ponte del Sale, 2006); Nella storia (Aìsara, 2009); Compitu re vivi (Il Ponte del Sale, 2013), nel dialetto dell’infanzia, premi Salvo Basso e Luciana Notari 2014, Il Ceppo 2015). Inoltre il libro di critica Radici delle isole (La Vita Felice, 2009). Da molti anni si occupa di teatro e di scrittura poetica in ambito educativo ed è attivo come regista e formatore. Consulente editoriale, redattore delle riviste Il segnale, Gradiva, Pentèlite. Presente in antologie e volumi collettivi. Il suo blog è «Compitu re vivi» (miolive.wordpress.com). È ideatore di Da uno spazio bianco, per una narrazione del silenzio (daunospaziobianco.wordpress.com).
NELVIA DI MONTE è nata a Pampaluna (Udine) nel 1952 e risiede in provincia di Milano, dove insegna lettere. Ha pubblicato le raccolte in friulano Cjanz da la Meriche (1996), finalista premio Lanciano; Ombrenis (2002) e Cun pàs lizêr (2005). Poesie friulane sono state pubblicate su riviste, tra cui Galleria, Poesia, Tratti, micRomania (Bruxelles) e in antologie. Testi di critica letteraria e recensioni, oltre a testi poetici in friulano, sono apparsi su: Diverse lingue, Il Segnale, Pagine, Periferie. Nel 2010 pubblica la raccolta Dismenteant ogni burlaz (Dimenticando ogni temporale) vincitrice della VII edizione del Premio Ischitella-Pietro Giannone 2010.
ANNA MARIA FARABBI è nata a Perugia il 22 luglio 1959. Ha pubblicato numerose opere di poesia, narrativa, teatro, saggistica e traduzioni dall’inglese e dal francese.
Opera edita poesia
Firmo con una gettata d’inchiostro sulla parete, Scheiwiller,1996 in 7 poeti del premio Montale; Fioritura notturna del tuorlo, 1996, riedita 2011.; Il segno della femmina, 2000 con cd.; Adluje’, 2003; Kite, su portfolio di 9 opere grafiche di Stefano Bicini, 2005; La magnifica bestia, (bilingue in italiano e tedesco) 2007; Segni, con opere grafiche di Stefano Bicini, 2008; In Nomine, con incisione di Simonetta Melani, 2008; Larosaneltango, canzoniere per musica di Diego Conti, 2008; La neve, 2008; La luce esatta dentro il viaggio, 2008; Solo dieci pani, 2009; Avemadrìa, 2011; Biblioteca in Almanacco dello specchio, 2011; Abse, 2013.
DAVIDE FERRARI è nato a Pavia nel 1983 e abita a Verrua Po. Poeta, regista, attore, ha pubblicato le raccolte poetiche: La cenere dei Bordi, Subway Edizioni (2013), il poemetto Eppure c’è una meta per quel fiato di universo, Subway Edizioni (2014) , Dei pensieri la condensa, Manni, 2015. Si occupa di teatro, scrittura creativa, poesia e formazione presso enti privati e pubblici. Conduce laboratori di teatro e scrittura creativa con i detenuti della Casa Circondariale di Pavia e di Voghera dove dirige la compagnia Maliminori composta da attori detenuti (compagnia maliminori). È docente di scrittura creativa presso IED (Istituto Europeo di Design di Milano). Lavora con il drammaturgo Edoardo Erba nell’agenzia APTA (Agenzia Per la Traduzione d’Autore).
FABIO FRANZIN (Milano 1963) è apprezzato principalmente per la sua produzione nel dialetto trevigiano parlato nell’area compresa tra Oderzo e Motta di Livenza, località nella quale vive. Nel 1970 si trasferisce a Chiarano, paese della pianura trevigiana da cui proveniva il padre, mentre inizia la radicale industrializzazione del Nord-Est. All’età di 16 anni inizia a lavorare come operaio in una fabbrica di mobili, professione che esercita anche attualmente, dopo una fase di disoccupazione. Inizia a pubblicare poesie a partire dagli anni Duemila, con una lunga serie di raccolte, prevalentemente in dialetto, ma anche in italiano. Nel 2002 vince il premio “Ugo Foscolo” con la silloge Il centro della clessidra e nel 2004, con Canzón daa Provenza (e altre trazhe d’amór), il premio “Edda Squassabia”. Nello stesso anno per Il groviglio delle virgole gli viene assegnato il premio “Sandro Penna – sezione inedito”. Nel 2005 si classifica terzo al Premio Ischitella. La raccolta Mus.cio e roe (Muschio e spine) lo porta a vincere nel 2007 il “Premio San Pellegrino Terme” e il “Superpremio Insula Romana”, e nel 2008 il “Premio Guido Gozzano” e il premio speciale della giuria “Antica Badia di San Savino”.Nel 2009 esce Fabrica, con esso vince il “Premio Pascoli” e nel 2010 il “Premio Baghetta. La raccolta del 2011, Co’e man monche (Con le mani mozzate), prosegue già nel titolo l’esperienza operaia di Fabrica, inasprendola drammaticamente con l’inasprirsi della stessa condizione lavorativa, contraddistinta da licenziamenti, mobilità e disagio sociale. Nel 2014 è primo classificato al “Premio Poesia Onesta” con la silloge inedita I nòvi vinti (I nuovi vinti). La sua opera più recente: Sesti / Gesti, puntoacapo Editrice, 2015.
FERRUCCIO GIULIANI nasce a Villa D’Almè (BG) nel 1954. Conseguito diploma di maestro, vince un concorso per doganalisti e intraprende la carriera nelle spedizioni internazionali.
Scrive di teatro: atti unici in dialetto bergamasco e lombardo commisto alla maniera della commedia dell’arte. Scrive poesie da molti anni ma si è affacciato al pubblico solo recentemente. Ha pubblicato nel 2016 Fèr ramèngh (Collezione Letteraria), volume che segue la pubblicazione di Atùr (2016) e Binàre (2013). Ha tradotto in bergamasco alcune poesie di Emily Dickinson (Antologia Con la stessa voce a cura di P. Marelli e M. Noris).
FRANCESCO GRANATIERO nato a Mattinata (FG) nel 1949, è medico e vive a Torino. Dopo alcune plaquettes di poesia in lingua (editi dal 1967 al 1974), si è rivolto al dialetto del suo paese di origine, pubblicando, tra gli altri: U iréne (“Il grano”, Mario Dell’Arco, 1983); Énece (“Nidiandolo”, Campanotto, 1994); Iréve (“Grava”, Grenzi, 1995; premio “Biagio Marin”); Scúerzele (“Spoglia”, Cofine, 2002; premio “Salvo Basso”); Bbommine (“Asfodeli/Bambino”, Joker, 2006), Passéte (“Passato/Usta”, Interlinea, 2008), La chiéve de l’úrte (“La chiave dell’orto”, ivi 2011; premio “Europa in versi”), Varde (Aguaplano, 2016). Parallelamente ha dato alle stampe una grammatica storica del dialetto di Mattinata (1987); un dizionario dello stesso dialetto (1993); due dizionari di proverbi garganici (2001-2); La memoria delle parole. Apulia: storia, lingua e poesia (Grenzi, 2004); il Vocabolario dei dialetti garganici (ivi 2012); due raccolte di versioni poetiche in dialetto: Giargianese (ivi 2006) e Patrenústre ótte a ddenére. Pregare con Jacopone (Cofine, 2009). Ha poi curato un’antologia della poesia in dialetto della Capitanata, Dal Gargano all’Appennino: le voci in dialetto (Sentieri Meridiani, 2012; premio Umberto Fraccacreta) e una dell’alto meridione: Altro volgare. Per una grafia unitaria della poesia nei dialetti alto-meridionali (La Vita Felice, 2015). Collabora a varie riviste, tra cui «incroci» e «l’immaginazione». Cura il blog «Poesia e dialetti».
FRANCA GRISONI è nata a Sirmione, dove vive. In collaborazione con istituzioni pubbliche e private organizza corsi biblici ed eventi culturali. Collabora con il “Giornale di Brescia”, “Paragone Letteratura”, “Città & Dintorni” e “Psicogeriatria”. Scrive nel dialetto di Sirmione. Ha pubblicato: La böba, prefazione di Pietro Gibellini, San Marco dei Giustiniani, Genova 1986 (Premio Bagutta opera prima); El so che te se te, Pananti, Firenze 1987 (Premio Empoli); L’oter, prefazione di Franco Brevini, Einaudi, Torino 1988; Ura, Pegaso, Forte dei Marmi 1993; De chi. Poesie della penisola di Sirmione, Scheiwiller, Milano 1997 (Premio Viareggio); La giardiniera, L’Obliquo, Brescia 2001; L’ala, prefazione di Giovanni Tesio, Liboà, Torino 2005 (Premio Biagio Marin); Passiù, prefazione di Giovanni Tesio, postfazione di Giacomo Canobbio, L’Obliquo, Brescia 2008; Poesie, a cura di Paola Carmignani, prefazione di Pietro Gibellini, Morcelliana, Brescia 2009 (Premio Salvo Basso, Premio Tirinnanzi); Compagn, prefazione di Giovanni Tesio, postfazione di Giacomo Canobbio, Morcelliana, Brescia 2012 (Premio Nazionale Ponte di Legno Poesia); Medea, con una nota di Franco Brevini, Fondazione Etica-L’Obliquo, Brescia 2012. L’ös/ L’uscio, prefazione di Marco Trabucchi, L’Obliquo, Brescia, 2013. Croce d’amore/ Crus d’amur. Passione in versi ispirata dai capolavori del Romanino. Prefazione di Giuseppe Langella, nota di Fabio Larovere, Interlinea, Novara 2016. Alzheimer d’amore, Poesie e meditazioni su una malattia, con una nota di Marco Trabucchi, Interlinea, Novara 2017. Inoltre: Appunti sul far critica di Cesare Garboli, Pananti, Firenze 1992; Nel tempo di Mattioli, con uno scritto di Cesare Garboli, L’Obliquo, Brescia 2005. Sue poesie sono state pubblicate su quotidiani, riviste e antologie.
VINCENZO MASTROPIRRO (1960) è originario di Ruvo di Puglia in provincia di Bari. Flautista, compositore, poeta. In poesia ha pubblicato: Nudosceno (2007), Tretippe e Martidde (Questo e Quest’altro) (2009), AA.VV. Pugliamondo (2010), AA.VV. – “Guardando per terra – Voci della poesia contemporanea in dialetto a cura di Piero Marelli e CD allegato a cura di V. Mastropirro (2011), AA.VV. Materia prima 13 Poeti a cura di Letizia Leone (2012), Poèsìa sparse e sparpagghiote – Poesia sparsa e sparpagliata (2013), AA.VV. L’Italia a pezzi Antologia di poeti italiani in dialetto a cura di M. Cohen, V. Cuccaroni, G. Nava, R. Renzi, C. Sinicco (2014), AA.VV. Con la stessa voce Antologia di poeti dialettali traduttori a cura di Piero Marelli e Maurizio Noris (2015), Tretippe e Martidde (2015), Timbe-condra-Timbe (Tempo -contro-Tempo) (2016).
MAURIZIO NORIS, nato nel 1958, bergamasco di Albino, in Val Seriana, svolge l’attività di libero professionista, formatore e promotore socioculturale soprattutto nell’ambito delle politiche per i giovani. Inizia a scrivere poesie dall’adolescenza e verso la fine degli anni Ottanta scopre il dialetto come linguaggio personale e poetico, aiutato da L. Meneghello e da altri letterati e poeti contemporanei (tra cui Loi, Consonni e Marin).
Nel gennaio 2001 ha pubblicato Santì, libro artigiano di poesie dialettali con l’artista grafico Ivano Castelli, attraverso la casa editrice “Tera Mata” da loro fondata. Dal 1998 ha partecipato con successo a numerosi concorsi letterari. Nel 2008 vince il Premio nazionale “Città di Ischitella – Pietro Giannone” 2008 con la silloge Dialèt de nòcc, d’amùr (pubblicata poi da Ed. Cofine, Roma). È del 2010 la raccolta Us de ruch-Voci di ronco (LietoColle) e del 2016 Resistense (Interlinea).
VITTORIO DELL’AQUILA, geolinguista e studioso della pianificazione linguistica, è docente presso l’Università di Waasa in Finlandia.
GUALTIERO DE SANTI Professore Ordinario di Letterature Comparate presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” (dove anche tiene la cattedra di Letteratura Italiana). Maggiori informazioni