La Casa della Poesia di Monza ed il Parco Letterario Regina Margherita e Parco Valle Lambro vi invitano alla presentazione del libro vincitore del Premio Strega “Le otto montagne”, di Paolo Cognetti
18 gennaio 2018 ore 10.30
Rassegna Mirabello Cultura
Sala Convegni Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza
Viale Francesco Petrarca 10, Monza
Paolo Cognetti e le otto montagne
con la partecipazione di Paolo Cognetti e Nicola Magrin, autore della copertina
Andrea dell’Orto, Presidente Presidio Territoriale di Monza e Brianza
Antonetta Carrabs, Presidente La Casa della Poesia di Monza
Elisabetta Motta, docente e critico letterario
Il segreto delle montagne è che esistono, semplicemente, come me: ed esistono con semplicità, non come me. Le montagne non hanno significato, esse sono significato; le montagne sono. Io risuono di vita e così le montagne, e quando riesco a sentirlo c’è un suono che condividiamo.
Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017 con Le otto montagne -Einaudi Ediz.- incontrerà presso la Sala Convegni di Assolombarda Confindustria oltre duecento studenti dei licei della Brianza.
L’iniziativa rientra nella rassegna Mirabello Cultura promossa da La Casa della Poesia di Monza.
… dal 1978, la terra che ho attraversato era cambiata poco o nulla. Un regno in cui le distanze si misurano in giorni di cammino, protetto e isolato da altissime mura: da qualunque parte uno provi a entrarci deve superare passi di cinquemila metri. Catene oltre i settemila – l’Annapurna, il Dhaulagiri – fermano i monsoni che salgono dalla pianura indiana facendone una regione arida, molto più simile agli altipiani desertici del Tibet che ai versanti boscosi, ricchi di acque del Nepal a sud dell’Himalaya. In effetti il Dolpo è Nepal solo in una mappa politica: per la geografia che non conosce confini di stato ma piuttosto legami di paesaggio e cultura è un piccolo Tibet che sopravvive intatto accanto a quello grande e ormai perduto. Durante il lungo cammino il diario di Matthiessen mi accompagnava. Mi ricordo i giorni di Shey, potevo leggerlo e guardarmi intorno e non distinguere più la montagna dentro al libro e quella fuori dal libro, e sentire che la sua e la mia e la montagna in sé, quella che “non significa ma è”, erano una montagna sola. Le pecore azzurre brucavano l’erba secca di ottobre e il leopardo delle nevi come sempre ci eludeva, a ricordarci che non tutto quel che esiste è quel che vediamo, anzi la parte che ci sfugge potrebbe essere la più preziosa. Succede lo stesso con la scrittura: le parole non sono, esse significano e basta, perciò non possono valere quanto le montagne, eppure il racconto è tutto ciò che abbiamo perché un viaggio non vada perduto…
Visita il sito di Paolo Cognetti
Visita il sito di Nicola Magrin