La Casa della Poesia di Monza, con il Parco Letterario Regina Margherita e il Parco Valle del Lambro
27 GENNAIO 2018 – GIORNO DELLA MEMORIA
Prima tappa per l’intitolazione della Scuola di Agraria del Parco di Monza ad AURELIA JOSZ
Teatrino di Corte della Villa Reale di Monza
alle ore 10,00
Di qualche cosa oltre il pane
per qualche cosa che sembri degna
bisogna pur vivere.
La Casa della Poesia di Monza, con il Parco Letterario Regina Margherita e Parco Valle Lambro, promuoverà per il 2018 una serie di iniziative finalizzate a sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla figura di Aurelia Josz, donna simbolo che, con carattere e tenacia, si impegnò per la pace e per l’educazione femminile ed in particolare per la professionalizzazione del lavoro agricolo e rurale in cui le donne venivano impegnate per la cura degli animali da cortile, degli orti e dei bachi da seta.
La Casa della Poesia di Monza intende valorizzare questa figura di spicco della cultura milanese ed italiana di inizio ‘900 che fondò la “Prima scuola pratica agricola femminile” in Italia l’8 dicembre del 1902 a Milano per una trentina di orfane tra i 13 e i 15 anni con l’intento di dare alle ragazze la possibilità di scegliere un lavoro diverso da quello di servizio presso le famiglie borghesi o come serve nelle aziende agricole. A lei la Casa della Poesia di Monza ha dedicato un premio letterario, uno spettacolo teatrale e una pubblicazione (Ribellioni – Nema Press Edizioni).
La Scuola Agraria del Parco di Monza ha raccolto l’eredità del passato facendo proprie le parole d’ordine di innovazione e progresso di Aurelia Josz. Una lapide a lei dedicata è tutt’oggi ancora presente presso la scuola per ricordare al mondo una donna di grande valore.
Il Presidente onorario del premio letterario a lei dedicato è stata ELEONORA HEGER VITA, nipote di Aurelia Josz, recentemente scomparsa. La sua testimonianza:
Sono lieta ed onorata di essere stata nominata a far parte come presidente onoraria della giuria di questo premio di poesia intitolato a Aurelia Josz. Sono forse l’ultima persona ancora vivente che possa testimoniare quanto questa donna “dal multiforme ingegno” fosse amante della poesia. Era fiera di discendere dal poeta Salomone Fiorentino e quando, come succede talvolta ai bambini saltavo fuori con qualche rima, “Quae tentabam dicere versus erat” ecco che veniva fuori l’immancabile “risorge per li rami l’antenato poeta”.
E per dire il vero, il rametto di follia poetica sbucava fuori in diversi rampolli della famiglia. Ma l’amore di Aurelia per la poesia si manifestò anche nell’”innamorato studio dell’Innamorato del Boiardo” e, soprattutto, nei miei ricordi infantili, nella rievocazione virgiliana all’ombra del deodara a Niguarda, dove le allieve vestite con semplici tuniche bianche bordate di rosso, recitavano i dolci versi delle Egloghe. Perché la sua Scuola di Niguarda era per Aurelia vita, amore e poesia. Quindi un premio di poesia intitolato a lei, è una cosa bella e giusta. (Eleonora Heger Vita)
Aurelia Josz nacque a Firenze il 3 Agosto 1869 da Lodovico Josz e Emilia Finzi. Morì ad Auschwitz nel 1944, il giorno del suo arrivo nel campo. Fondò la prima scuola agraria femminile presso l’orfanotrofio di Milano, nel palazzo delle Stelline, con l’intento di dare alle ragazze la possibilità di scegliere un lavoro diverso da quello di servizio presso le famiglie borghesi o come serve nelle aziende agricole. Aurelia fu definita un’eremita insegnante. Fece molti viaggi all’estero per documentarsi sulle Scuole Pratiche Agricole Femminili. Scomodò uomini di potere e coinvolse nella sua causa personalità di rilievo dell’ambiente milanese e lombardo ed esponenti del mondo femminista ed intellettuale. Si dedicò alla stesura e pubblicazione di manuali scolastici innovativi. Fu sempre più consapevole che l’insegnamento fosse una missione perché contribuiva a formare le nuove generazioni a cui trasmettere un patrimonio di sapere, ma soprattutto un’eredità di valori spirituali volti a una serena convivenza e alla pace. Aveva capito l’importanza di creare un’opportunità di studio più vicina alla realtà contadina della provincia di Milano di inizio secolo “perché alla terra non manchino le intelligenti e appassionate cure di donne opportunamente preparate.”