Mirabello Cultura
La rivoluzione delle Sibille
Domenica 16 ottobre ore 18,30 Reggia di Monza Sala degli specchi
di e con Antonetta Carrabs e Iride Enza Funari
Presentazione dell’antologia: La rivoluzione delle Sibille. L’eredità espressiva ed esistenziale delle donne. “Un’antologia di grande impegno letterario e civile” – Donatella Bisutti
Ingresso libero su prenotazione. Scrivere a: presidenza@lacasadellapoesiadimonza.it
“Ma che rivoluzione potranno fare oggi le Sibille? Un nome antico che ci riporta alla mitologia classica accostato a un termine, rivoluzione, spesso protagonista purtroppo, anche della nostra contemporaneità. Come da più parti notato, la rivoluzione del femminismo è stata l’unica che senza spargimento di sangue, è riuscita ad ottenere risultati. Quindi perché rivoluzione delle Sibille? perché ancora c’è bisogno del ritorno della voce magica delle profetesse? Le Sibille questo erano, donne che intravedevano il futuro. Un futuro per loro chiaro e trasparente, ma che trasmettendolo agli altri, risultava incerto e appunto sibillino. Antonetta Carrabs e Iride Funari sono due studiose della cultura delle donne che già hanno accostato la propria firma e la propria ricerca per riportare alla luce le parole delle poetesse mistiche, dal lontano medioevo fino ad oggi. E ancora ci riprovano. Sempre ad una sacralità di missione e di ruolo si rivolgono, chiamando Sibille i profili di donne che occupano questo volume. – dalla Prefazione dell’editore di Neria De Giovanni
Editore e Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari
Nota critica di Donatella Bisutti
Un’altra caratteristica di questo poderoso volume sta nel fatto che vengono accostate per la loro produzione e la loro vita donne non sempre collegate alla poesia, non tutte almeno. Il tratto distintivo e ineludibile consiste nell’aver tracciato un segno con la loro esperienza sia intellettuale sia personale, una rivoluzione nei rapporti umani, sociali, con la natura.
Soltanto il primo capitolo ha nel “male di vivere” il comune denominatore tra le diverse scrittrici. Si va dagli USA con Anne Sexton, Sylvia Plath, Emily Dickinson, all’Italia di Antonia Pozzi, alla Francia-Italia di Amelia Rosselli, alla Russia di Marina Ivanovna Cvetaeva.
Ma perché il suicidio con cui queste poetesse lasciarono la vita, può essere considerato rivoluzionario? Antonetta Carrabs e Iride Funari ne trovano motivazioni citando poesie, lettere, confessioni che come ho già scritto si intrecciano spesso con le considerazioni critiche delle studiose. Nel capitolo secondo sono presentate scrittrici italiane come Maria Luisa Spaziani e Margherita Guidacci, l’inglese Elizabeth Bishop, la brasiliana Cecília Meireles con percorsi di vita segnati da scelte spirituali o eroismi culturali e sociali. Il capitolo terzo si apre al mondo vivo, problematico e rivoluzionario, di poetesse che ancora oggi lottano nei loro paesi contro ingiustizie, guerra, soprusi. Lo sguardo si allarga oltre l’Europa, con le scrittrici irachene Dunya Mikhail e Amal al-Juburi, la libanese Joumana Haddad e la siriana Maram al-Masri. Capitolo quarto, ancora il mondo intero entra nelle foglie di queste sibille rivoluzionarie: l’ironia del premio Nobel polacco Wisława Szymborska rivolta il quotidiano trovando nei piccoli gesti e nelle piccole cose la forza per andare avanti; l’urlo graffiante e accorato della brasiliana Marchia Theophilo in difesa della Foresta Amazzonica, polmone del mondo, il disincantato sguardo della russa Anna Achmatova dopo gli ideali falliti nei gulag della rivoluzione russa; la connazionale Elena Andreevna Švarc la cui poesia satirica e provocatoria si concentra su aspetti universali dell’esperienza femminile; la brasiliana Adélia Luzia Prado Freitas filosofa legata al Modernismo i cui testi letterari ciparlano della vita quotidiana e della fede cristiana; la portoghese Florbela Espanca poetessa femminista ante litteram. Tumultuosa, inquieta e ricolma di sofferenze intime. Le sibille di questo penultimo capitolo anticipano la motivazione strettamente socio-politica del quinto e ultimo capitolo. Infatti è come se Antonetta Carrabs e Iride Funari ultimando la loro fatica critico-letteraria, abbiano voluto comunque affermare la stretta unità della poesia con l’esistenza, la non estraneità dei percorsi individuali e poetici rispetto ai drammi cocenti e collettivi cui il mondo contemporaneo ci espone. La “letteratura come vita” dell’ormai lontano Carlo Bo, sfocia in una vita in difesa dei valori che procedendo dalla cultura, sanno essere sociali, morali ed etici: ecco così la figura di Lea Garofalo morta vittima della ‘ndrangheta, la giornalista Anna Politkovskaja uccisa per le sue inchieste sul popolo ceceno in lotta per l’indipendenza, e ancora la nigeriana Isoke Aikpitanyi scampata allo sfruttamento sessuale delle vittime della tratta. Le iraniane Nahal Sahabi e Neda Agha-Soltan entrambe vittime della repressione di stato. Su tutte e per tutte la militante Anna Kulisciof, donna ideologicamente impegnata in un mondo a predominanza maschile.